Descrizione del progetto

Parallelamente ai progetti di ingegneria tradizionale ci dedichiamo anche allo studio di nuove modalità per costruire sulla Luna e su Marte, partendo da una base di ricerca concreta e con l’obiettivo di sviluppare soluzioni che possano trovare un’effettiva applicazione in un futuro prossimo.
La nostra idea consiste nel creare una colonia composta da moduli abitativi trasparenti in modo che i coloni possano beneficiare della luce e del panorama esterni, a differenza di molti progetti proposti negli ultimi anni che invece prevedono avamposti sotterranei: riteniamo infatti che queste soluzioni mettano in pericolo il benessere psico-fisico umano sul lungo periodo.
La nostra colonia risulta protetta da un campo magnetico artificiale che consente di schermare gli edifici dalle radiazioni cosmiche e dalla pioggia di micro-meteoriti, consentendo quindi di realizzare ampie vetrate trasparenti. L’intero complesso sarà inoltre completamente eco sostenibile grazie a sistemi di riciciclo/ottimizzazione delle risorse.
Le nostre ricerche sono state presentate presso i convegni AIAA SPACE edizione 2017 e 2018 ad Orlando (Florida) e hanno ottenuto un certo interesse da parte della comunità scientifica. Ad esse è stato inoltre dedicato spazio su numerose riviste online e testate cartacee: tra queste ultime ricordiamo la rivista di astronomia/astronautica Nuovo Orione, sulla quale è stato pubblicato un lungo articolo nel mese di maggio 2018.

[Nella foto in alto: rendering della prima versione di Solenoid Moon Base City.]

Categoria:
Studi e ricerche

Anno:
2015-2018

Solenoid Moon Base City
(toroide verticale, 2017)

In questo primo studio abbiamo progettato una base spaziale collocata all’interno di un grande toroide verticale composto da cavi elettrici superconduttori ad alta tensione, per la maggior parte interrati al di sotto della superficie lunare e in grado di generare un campo magnetico artificiale abbastanza potente da respingere le particelle ionizzate dannose e allo stesso tempo risultare innocuo in prossimità dell’area abitata.
La tecnologia necessaria è già disponibile sulla Terra: gli ambienti possono essere racchiusi in cupole pressurizzate composte da cuscini realizzati in diversi strati di EFTE e sostenuti da un intreccio di funi in trazione, mentre i cavi saranno inseriti in tubolari curvilinei in VECTRAN gonfiati ad alta pressione.

Solenoid Moon Base City 2.0, 2018
(toroide orizzontale, 2018)

In occasione del congresso IAC 2018 di Brema abbiamo presentato una nuova versione della nostra base lunare sviluppata assieme a un gruppo di docenti (coordinati dal prof. Giancarlo Genta del Politecnico di Torino) dove il toroide di cavi è posto in orizzontale: la parte superiore viene sostenuta da archi disposti a cerchio lungo il perimetro del toro, mentre la parte inferiore si sviluppa in cunicoli sotterranei al di sotto della superficie lunare.
Le cupole abitative verranno “stampate” in situ utilizzando la regolite lunare e sfruttando la struttura stessa del telaio di cavi come componente della stampante: un carroponte si muoverà lungo i binari coincidenti con alcuni dei cavi e consentirà di ampliare l’insediamento in futuro.
Le cupole saranno parzialmente coperte in sommità per proteggerle dai micro-meteoriti e risulteranno trasparenti solo in corrispondenza delle pareti vetrate, realizzate con moduli triangolari a configurazione geodetica composti da vetri di grosso spessore a più strati.

Modello per una prima versione dell’astronave.

Studio per astronave e insediamento su Marte
(2018)

Nonostante sia dotato di un’atmosfera propria, anche Marte risulta difficile da colonizzare a causa delle radiazioni cosmiche.
Il nostro progetto prevede di schermare con un campo magnetico artificiale sia l’avamposto sul pianeta che la nave spaziale durante il viaggio. Su quest’ultima verranno trasportati i moduli abitativi della futura base, disposti in modo da formare un cilindro (o una sfera geodetica): la rotazione della struttura produrrà la forza gravitazionale necessaria a proteggere gli astronauti nel corso della traversata.
Giunti in prossimità di Marte i moduli (forniti di motori di discesa e paracaduti autonomi) si distaccheranno dalla nave e atterreranno sulla superficie; una volta al suolo si agganceranno l’uno all’altro andando così a comporre il villaggio.
I coloni avranno il compito di installare i cavi elettrici del toroide a protezione dell’insediamento: anche in questo caso la struttura sarà orizzontale, in modo da non dovere scavare troppo in profondità.

Rendering della seconda versione dell’astronave per il viaggio su Marte. Nell’immagine sono visibili i moduli abitativi in fase di distacco e atterraggio sulla superficie del pianeta.

Disegno dell’accampamento modulare, assemblato al di sotto del toroide di cavi.